Tra i ponti fra conscio e inconscio, il sogno è probabilmente quello più autonomo e sfuggente. Possiamo decidere, ad esempio, di smettere di dipingere, ma non c’è nulla che possiamo fare per fermare i sogni. Qualsiasi definizione del concetto di sogno è sempre parziale, incompleta e influenzata dalle convinzioni scientifiche dell’epoca. Diverse discipline hanno cercato di spiegare cosa siano i sogni, a cosa servano, da dove provengano. Tuttavia, nessuna definizione riesce a chiarire del tutto questo fenomeno così complesso e straordinario. Forse, solo con una mente aperta ognuno di noi, nella ricchezza della propria esperienza interiore, può accedere a una comprensione personalissima dei sogni.
Quando ci addormentiamo, la coscienza si ritira e, un po’ come Alice nel Paese delle Meraviglie, ci ritroviamo nel regno dell’inconscio, in cui operano regole molto diverse rispetto al mondo conscio. È il mondo delle metafore e dei simboli, un mondo sotterraneo di ombre enigmatiche. Ecco perché i nostri sogni spesso ci sembrano strani e incomprensibili. Ciò che differenzia i sogni dagli altri ponti immaginativi è che, nei sogni, la nostra mente conscia è al suo livello più basso, e così siamo più ricettivi nei confronti dei contenuti inconsci.
Fare dei sogni, rifletterci e giocarci amplifica il dialogo fra inconscio e coscienza, permettendo così alla coscienza di espandersi e diventare più flessibile e porosa. Questo tipo di esplorazione immaginativa può di certo diventare parte del nostro viaggio insieme, sempre che tu abbia voglia di camminare sul ponte dei sogni e abbia curiosità nel dare un’occhiata dall’altra parte.